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Achille contro Odisseo
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Gino Castaldo / Matteo Nucci
Anche la mitologia ha i suoi Coppi e Bartali. Achille e Odisseo, entrambi eroi dell’epos e schierati dalla stessa parte, sono tuttavia profondamente diversi. Vico preferiva Achille, personificazione di un eroismo delle origini, feroce ma schietto, di una «magnanima natura d’eroi che non san mentire». Anche Hölderlin esprimerà una predilezione analoga per «il fiore più riuscito e insieme il più caduco del mondo degli eroi». Quella caducità che renderà Achille, agli occhi di Leopardi, non solo ammirabile ma anche amabile, al pari di Ettore. Odisseo, con la sua abilità nel macchinare inganni, sembrava invece a Vico l’espressione di un’epoca più matura e disincantata, più raffinata sul piano intellettuale e in quanto tale più maliziosa (a Horkheimer e Adorno apparirà come il campione della razionalità strumentale borghese). Di qui, la negazione vichiana dell’unità dell’epos: la distanza tra il sistema di valori dei due poemi è così evidente che soltanto per convenzione si può attribuire a uno stesso ‘Omero’ la paternità dell’Iliade e dell’Odissea.
In ogni caso, Achille e Odisseo sono le matrici dell’immaginario occidentale: basti pensare ai temi chiave della guerra, del destino e del viaggio. Tutti peraltro contraddistinti da un’ambivalenza di fondo. Narrativa, teatro e cinema (con esiti alterni) vi hanno attinto a piene mani e continuano a farlo. E ha fatto altrettanto la musica pop. Lo pensava già Eschilo: non facciamo che «raccogliere le briciole del banchetto di Omero».
Data e ora:
14 Settembre 2024 – ore 19-:30
Luogo:
Parco Archeologico di Ercolano – Terme Maschili
Prenota la partecipazione
(massimo 2 partecipanti per prenotazione)
€0.00
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